L'auto si è affermata nello scorso secolo, complici media e politica, falcidiando intere reti ferroviarie e tranviarie nell'illusione di poterci far arrivare ovunque senza vincoli di tempo e di spazio. Un'illusione pagata a caro prezzo a cominciare dai costi di acquisto e manutenzione per finire a quelli ambientali.
Una massa di lamiere nelle vallate alpine è quanto di più deturpante si possa vedere, un vulnus di lesa montagna. Chi ama veramente la montagna dovrebbe avere queste sensibilità e capire che il consumo e occupazione di suolo indotto dall'auto è incompatibile con la sua fragilità e bellezza.
L'automotive vorrebbe illuderci che l'unica auto in circolazione sia la nostra in piena libertà, ma le ore perse nel traffico e lo smog che respiriamo in città invivibili ci raccontano un'altra storia.
La mobilità sostenibile e la sicurezza stanno da un'altra parte. Patrimonio dell'umanità possono essere le ferrovie, come quella del Bernina, mai le autostrade che si vorrebbero addirittura far arrivare nel cuore delle dolomiti veicolando insostenibili masse di ferraglia.
È tempo di rimetterci sui "binari" della sostenibilità e della civiltà.
La Ferrovia dell'Avisio è uno dei capitoli di questo cammino.
Scrivi commento
Giuseppe Spazzali (giovedì, 06 gennaio 2022 14:12)
Siamo patrioti della viabilità ferroviaria. Mai mollare, tante grazie del vostro contributo attraverso questo articolo