Negli articoli comparsi sul Fatto Quotidiano (vedere la n°19) in riferimento alle affermazioni del ministro dei Beni culturali e del Turismo Bonisoli che ritiene l'auto italiana un'opera d'arte tanto da annoverarla nel patrimonio storico e culturale del nostro paese al pari della musica, emerge, soprattutto nei commenti ricevuti, uno spaccato dell'Italia ben rappresentativo della cultura dei cittadini e dei loro rappresentanti politici. La distanza tra quanto affermato dal ministro e quanto avviene e si realizza tra cittadini e amministratori pubblici di città europee come Oslo, Helsinki, Amsterdam prima ancora che geografica è decisamente culturale, una distanza che separa anche i commenti dell'articolo "Non è una forma d'arte" dai cittadini delle città menzionate.
Che la musica lirica e l'auto come la 500 o la Ferrari siano simboli dell'Italia all'estero non vi sono dubbi, ma c'è da notare che non tutti i simboli sono positivi, basti pensare alla mafia, alla corruzione, alle immagini del degrado urbano di città come Roma che hanno fatto il giro del mondo.
Nei commenti all'articolo di Linda Maggiori traspare il tipico italiano medio con i soliti luoghi comuni: il progresso contrapposto al ritorno ai cavalli o ai muli dell'800 ecc. Nessuno è stato capace di misurarsi realmente con i numeri riportati nell'articolo e con la sostanza delle argomentazioni: l'alta inefficienza dell'auto nel traffico urbano, alti costi energetici, l'alto rapporto tra il peso dell'auto (più di una tonnellata) e la media degli occupanti (1,5), le esternalità negative in termini di inquinamento dell'aria, riscaldamento globale, incidenti stradali con vittime, invivibilità urbana, occupazione di suolo con sottrazione di spazio per la ciclo-pedonalità, il trasporto pubblico e la socialità.
I soliti luoghi comuni triti e ritriti continuamente ripetuti di un improponibile ritorno al passato non tengono minimamente conto che al contrario la mobilità sostenibile del terzo millennio è in direzione di un futuro ben più vivibile e desiderabile come testimoniano le suddette città modello. Una questione culturale che dovrebbe essere ben rappresentata nella sfida del terzo millennio dal ministro dei beni culturali. Non a caso Turismo senza auto è in funzione della bellezza turistica e culturale delle nostre città e dei nostri borghi, ma l'attuale ministro della Cultura e del Turismo lo sa?
Roma, 5 febbraio 2019 ore 9:00.
Siamo sul bus 058 a Tor Bella Monaca: una mamma con passeggino chiede cortesemente all'autista se alla prossima fermata può accostarsi al marciapiedi. Risponde il conducente: "Certamente Signora, se non vi sono macchine!"
Puntualmente alla fermata presso il centro commerciale Le Torri un'auto era posteggiata esattamente al centro dello spazio delimitato per la fermata del bus.
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