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Il punto sull'Italia e l'Europa

Per acquisire credibilità e autorevolezza in Europa, secondo la mia modesta opinione, occorrerebbe aumentare la qualità della vita dei cittadini italiani o almeno dimostrare di avere progetti che vadano in tale direzione. 

Con tassi di motorizzazione così elevati per i quali siamo primi in Europa con un morto ogni 48 ore sulle strade della capitale, con una Sanità nelle mani più dei privati che del Pubblico, con trasporti pubblici e ferroviari ridotti in pietose condizioni e che diventano l'alibi per l'uso prevalente dell'automobile, con dissesti idrogeologici, abusivismo e consumo di suolo da inorridire, con riduzioni del verde pubblico a favore dell'automobile o di distributori di carburanti, con la diffusa illegalità e corruzione, con l'evasione fiscale da record, con una scuola che non forma una primaria coscienza identitaria eco-civica, NON ABBIAMO NULLA DA INSEGNARE ALL'EUROPA e gridare "Prima gli italiani" quando per ultima mettiamo la salute, la sicurezza e la vivibilità fa solo sorridere se non piangere.

Anziché inseguire o tentare di imitare passivamente gli altri, nell'esempio di città 

come Amsterdam o Pontevedra, dovremmo diventare noi la punta avanzata di una nuova progettualità in direzione di uno sviluppo sostenibile, noi i protagonisti dell'innovazione tornando ad essere quel perduto faro di civiltà. Ma con una capitale ridotta come sappiamo, con cittadini residenti e commercianti che si oppongono alla costruenda ciclabile sulla Tuscolana, mentre la pubblica amministrazione non spiega a sufficienza ai cittadini come tale opera si colloca all'interno di un nuovo condiviso progetto di mobilità e maggiore vivibilità per la città, le cose non saranno facili.

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