Stupisce, delude, sconcerta, indigna il fatto che nei Talk show la questione centrale del negazionismo climatico di Trump non venga presa nella minima considerazione.
Un esempio è stato nell'ultima puntata di Piazza Pulita dove tra le proposte di Trump si è sentito parlare di investimenti della spesa pubblica in opere infrastrutturali come le autostrade senza, anche in questo caso, la minima osservazione critica.
Eppure un diverso disegno dell'economia mondiale in chiave di sostenibilità è fondamentale per il futuro di noi tutti.
E' su questa scala che si misura il valore della politica e dei leader.
Infatti se teniamo conto, in ordine, del:
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paradosso di Jevons
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postulato di Khazzoom-Brookes
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Rebound effect (rimbalzo economico)
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ritorno energetico sull'investimento energetico (EROEI)
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del modello economico di Ayres-Warr con il concetto del "lavoro utile", dove l'energia necessaria allo sviluppo viene calcolata con il suo rendimento di conversione, insomma in sostanza, tornando al paradosso di Jevons visto più modernamente da H. Harring: "i miglioramenti di efficienza energetica che globalmente si giustificano a livello microeconomico, conducono a consumare quantità più grandi di energia su scala macroeconomica"
possiamo ragionevolemnte concludere che quello che serve al futuro del mondo è un sostanziale cambiamento del modello economico e la questione energetica va vista nella sua stretta relazione imprescindibile con gli stili di vita, modelli di sviluppo e quindi anche modelli di mobilità collettiva.
Non saranno certo gli investimenti nelle autostrade che rimetteranno in moto l'economia (al massimo potranno solo rimettere in moto l'automobile) nella giusta direzione, né tantomeno con la sola diffusione di autovetture elettriche risolveremo i nostri problemi ecologici ed economici su scala mondiale o macroeconomica.
Caso mai potrebbero essere più utili e qualificanti gli investimenti nelle ferrovie ma di quest'ultime si sente parlare molto poco e nel linguaggio politico sono quasi del tutto assenti.
Occorre passare da una mobilità privata e individuale ad una mobilità pubblica e collettiva alla faccia del PIL!
Solo in questo modo la quota del contributo antropico all'effetto serra può significativamente ridursi su scala mondiale almeno nel comparto della mobilità salvo poi non accrescerla in altri settori.
Ricordiamoci che la globalizzazione dell'economia conduce secondo l'etimologia greca, oikos + nomos, casa e norma o legge, a considerare come nostra casa quella dell'intero pianeta, la nostra casa comune, opportunamente regolata da norme e leggi che se in funzione della sostenibilità saranno certamente migliori, necessarie e preferibili.
Un link che ho trovato interessante:
http://ugobardi.blogspot.it/2016/10/come-ridurre-i-consumi-energetici-e.html
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