Perché non legare, con modalità da stabilire, le retribuzioni dei parlamentari comprendendo indennità e vitalizi ai risultati ottenuti sul piano sociale, economico e ambientale?
Si potrebbero stabilire degli obiettivi o livelli raggiunti i quali scattano i premi retributivi. Per esempio sul piano sociale si potrebbe pernsare a determinati livelli di efficienza e offerta nella sanità e nei servizi pubblici. Nella Sanità si potrebbe misurare il numero dei casi di malasanità, i tempi di attesa, i costi per il cittadino, con opportuni criteri i livelli di prevenzione e informatizzazione. Nei servizi pubblici potrebbero essere degli indici la densità del ferro per unità di superficie, la frequenza dei mezzi pubblici.
Sul piano economico i livelli occupazionali e retributivi.
Sul piano ambientale i livelli di equilibrio infrastrutturale, la riduzione nella produzione di CO2, la qualità dell'aria e dell'acqua nelle città con numero giorni di superamento dei limiti di qualità dell'aria.
Si potrebbe pensare che a seconda delle scelte politiche della maggioranza si debba almeno raggiungere un convenuto numero di punti fra quelli elencati oppure stabilirne alcuni irrinunciabili ed altri con facoltà di scelta.
Il premier propone di legare le retribuzioni ai giorni di presenza in Parlamento ma credo che questo non dia sufficiente garanzia della bontà del loro operato al servizio del Paese, nel Parlamento si può anche dormire.
I cittadini certamente saranno propensi a maggiori retribuzioni dei parlamentari se condividono insieme ad essi positivi risultati nel Paese con maggior benessere e giustizia sociale.
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