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A24, A25 e la dimenticata ferrovia

Quanto avviene a Roma in riferimento al trasporto pubblico non è dissociabile da quanto avviene nel resto d'Italia.

Basta osservare quanto sta avvenendo fra Lazio e Abruzzo sulle proposte del gruppo Toto di ruderre di 30 Km il percorso dell'A24 e l'A25 fra Roma e Pescara con nuovi viadotti e gallerie. Proposte ritenute da Legambiente inutili e devastantanti per il territorio tanto più se consideriamo la lentissima ferrovia (una velocità media inferiore ai 60 km/h) che scorre parallela all'autostrada laciata al suo stato ottocentesco.

 

Proposte non nuove da parte delle società autostradali e di una parte dei cittadini. Ricordiamo il più volte riproposto prolungamento dell'A27 fin nel cuore delle dolomiti del Cadore, anch'essa una delle insostenibili proposte che guarda caso dimenticano la ferrovia Padova-Calalzo come pure gli attesi sviluppi ferroviari nel Veneto e nel Cadore orfano della ferrovia delle dolomiti.

 

Il trasporto su gomma incide per quasi il 25 % sul contributo antropico all'effetto serra. In tempi di sempre più evidenti cambiamenti climatici favorire un autostrada piuttosto che una ferrovia è un crimine ambientale di cui il governo si renderà complice se favorirà tale scelta modale.

 Più volte TsA ha sostenuto che la ferrovia Roma-Pescara affiancata da una moderna autostrada è quanto di più emblematico ci possa essere in Italia sulla situazione e le scelte che riguardano il TP. Offre inoltre la migliore cartina di tonasole sulla reale volontà politica, dei governi e delle regioni interessate, nel promuovere una mobilità ed uno sviluppo sostenibili soprattutto in territori con alto potenziale turistico ed economico. La mobilità appartiene alle persone, non alle automobili!

 

 

Chi nutre scarsa fiducia nelle qualità sociali e civili dell'uomo è più propenso alle soluzioni individuali nella massima libertà (l'automobile),

ma al giorno d'oggi quando vediamo che le ricadute dei nostri stili di vita sono sempre più visibili nell'ecosistema terrestre percepito sempre più piccolo e da noi condizionato (le città chiuse al traffico per superamento dei limiti di inquinamento atmosferico) ci rendiamo conto che certe soluzioni individuali, quando non occasionali ma ripetute quotidianamente, appartengono solo al passato.

 

La terra è definito un sistema aperto ma l'uomo non ha la possibilità di regolarlo, ha invece una grande capacitò di danneggiarlo.

 In termini di efficienza, costi, consumi, inquinamento, effetto serra, Il trasporto pubblico sta al trasporto individuale o privato come nelle abitazioni il riscaldamento centralizzato sta al riscaldamento autonomo. Non so se questa mia similitudine sia appropriata e corretta ma credo che le soluzioni comuni siano sempre più efficienti ed evolute di quelle aitonome ed individuali. Il problema è che presuppongono una società costituita da cittadini responsabili orientati al bene comune, una crescita di noi tutti.

 

 Tornando al problema di Roma con lo stop ai lavori per la metro C ed in generale alla disatrosa situazione del trasporto pubblico non c'è da stupirsi visto che nel paese manca proprio quella progettualità e cultura volta all'interesse pubblico, determinante e strategica per un nuovo e diverso sviluppo. Predominano invece gli interessi privati molto spesso illeciti contrastati più dalla magistratura che dalla politica.

 Quando penso alla diversa situazione del Trentino Alto Adige dove nuove linee ferroviarie vengono realizzate ed il trasporto pubblico sembra più efficiente mi viene in mente una semplice risposta: quella non è l'Italia!

 

 

 

 

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