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Il trenino giallo

Il trenino giallo della Casilina ci offre l'ultima, irripetibile occasione per non ripetere gli errori del passato quando in omaggio ad una crescente motorizzazione si chiudevano con poca o nulla lungimiranza intere linee tranviarie e ferroviarie. Il trenino come spartiacque tra due visioni: una di maggiore vivibilità e sostenibilità recuperando, con progetti di prolungamento oltre Tor Vergata fino ai Castelli Romani sui modelli stadtbahn europei, anche una importante funzione turistica, l'altra la conosciamo con i suoi doni di invivibilità, traffico, maggiore motorizzazione, inquinamento e stress.

La prassi di sopprimere linee tranviarie quando sovrapposte a linee metropolitane deve essere seriamente messa in discussione. Fa parte della stessa cultura che pensa di lasciare agire indisturbato il traffico privato senza disincentivi, condizionamenti o limitazioni, senza istituire corsie preferenziali o linee tranviarie,  relegando sotto terra l'efficienza del trasporto pubblico in omaggio e proni alla potente lobby dell'industria automobilistica (come dimostrato dal recente caso della Wolkswagen) ben sapendo che all’aumento della capacità stradale non corrisponde una diminuzione del traffico come sostenuto dagli esperti della mobilità e dei trasporti. La città deve invece essere recuperata come spazio sociale e nella mobilità deve essere privilegiato in superficie il trasporto pubblico, più sostenibile, efficiente ed economico preferendo sempre il ferro alla gomma. Il tram nel codice della strada ha sempre la precedenza negli incroci non regolati da semaforo, altrettanto dovrebbe averla come mezzo ideale nei progetti di pianificazione del trasporto pubblico cercando anzi di estendere per quanto possibile nella compatibilità delle risorse la sua rete. Dobbiamo ripetere che il trenino non va spacciato per una ferrovia doppione della metro in quanto oltre ad avere una diversa destinazione verso il centro è di fatto nelle sue funzioni un tram per le sue fermate più ravvicinate.

Se è criticabile la mancata progettazione e lo sviluppo di nuove linee tranviarie è ancor più intollerabile ed insostenibile la chiusura di quelle tranviarie o ferroviarie esistenti in quanto non sono mai uno spreco di risorse pubbliche, lo spreco è tutto quello che in superficie le sostituisce. Il migliore investimento è nel valorizzarle e migliorarle. Gli errori del passato non vanno ripetuti! 

Alla lodevole iniziativa di "Sferragliamenti dalla Casilina" che con i Caffè del Trenino, gli incontri, interrogazioni e proposte ai competenti assessori tenta di mantenere aperta sul tavolo delle trattative, fra cittadini ed istituzioni, la riapertura e più in generale la questione della Roma-Giardinetti, speriamo faccia riscontro la partecipazione dei cittadini e dei comitati di quartiere appartenenti al bacino di utenza della ferrovia. Non disperdiamo questo patrimonio pubblico appartenente alla collettività dei cittadini, memoria storica e identitaria di una vasta zona di Roma!

 

 

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