Il 27 maggio scorso si è tenuto a Roma un convegno alla presenza di rappresentanti delle istituzioni sugli scenari della mobilità italiana nei prossimi anni. Presentato il rapporto "L'evoluzione della mobilità degli italiani – Dallo scenario attuale al 2020-2030", realizzato dall'ANIASA - l'Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria e dalla Fondazione CENSIS, in occasione dei 50 anni di attività dell'Associazione dell'autonoleggio.
Nei numeri del rapporto la popolazione residente nelle aree urbane passerà dall'attuale 49,7% al 52,3%. Alcune aree urbane aumenteranno in dimensioni e popolazione fino al punto di trasformarsi in megacities, vere e proprie regioni urbane che genereranno per ragioni di lavoro e di studio una crescente domanda di mobilità alla quale il trasporto pubblico non saprà dare risposte adeguate e sufficienti. La soluzione sarà ovviamente offerta dall'auto che già oggi al 71,3% degli spostamenti per lavoro manterrà ed aumenterà la sua quota di trasporto. Si stima che i tre quarti degli spostamenti in area europea avverranno con auto e moto comprendendo anche chi quotidianamente farà il pendolare oltre i confini del proprio comune di residenza, una quota in aumento che solo per motivi di lavoro è oggi al 46,2 %. Curiosa la previsione di un aumento del 42% dei flussi turistici ma in questo caso si riconosce che la risposta più idonea potrà essere data dal trasporto pubblico.
Scontata resta quindi la riconferma della centralità dell'auto nella mobilità italiana con la previsione addirittura di un aumento nell'uso e nel noleggio anche se si concede una diminuzione nella proprietà e nel suo valore come status symbol.
Nelle previsioni Il trasporto pubblico risulterà del tutto insufficiente alla domanda di mobilità per cui i cittadini saranno costretti all'uso prevalente dell'automobile che nei trasporti accrescerà il suo dominio incontrastato.
Ovviamente, individuate queste tendenze, i promotori del convegno chiedono alla politica un sostegno alle loro attività di noleggio auto con opportuni investimenti in viabilità, reti informatiche per auto sempre più connesse e tecnologicamente avanzate con servizi di supporto. Questa, è però la "loro" visione, basata acriticamente sulle attuali tendenze sorrette da una politica prona ai loro interessi. Dagli allevatori di bestiame o produttori di carne non ci possiamo certo attendere sostegni all'alimentazione vegetariana. Del resto sono loro stessi ad ammettere che questi risultati sono determinati dall'incoerenza tra le pianificazioni insediative, infrastrutturali e piani di trasporto pubblico su ferro.
Ma In questo concerto corale di celebrazione dell'auto c'è però una nota stonata! Il convegno ci informa infatti che il comune di Milano nel PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) si permetterebbe di andare in "controtendenza" con la sua fanta-politica di aumentare la quota di trasporto pubblico dall'attuale 56,7 al 63% diminuendo l'utilizzo dell'auto dal 30,2 al 22,9% nel prossimo decennio.
Insomma non sarà la politica a fare la differenza? Queste visioni del futuro, dette forecasting, si basano sulle attuali tendenze non corrette da interventi pubblici e politici. Sono visioni nettamente diverse da quelle definite backcasting, più desiderabili e sostenibili, per le quali prima si scelgono gli obiettivi e poi si modellano i percorsi idonei a raggiungerli. Inoltre le visioni illustrate al convegno sono portatrici di interessi particolari, riferiti a specifici segmenti di mercato, che nulla hanno a che fare con l'interesse ed il bene comune. Come mai a questi numeri previsionali non affiancano anche quelli delle emissioni di gas serra e di inquinamento atmosferico nelle aree urbane? Perché in questi modelli previsionali non vengono esternalizzati i costi sociali ed ambientali?
Bene, ora c'è da chiederci: cosa fa la politica? La politica può fare molte cose ma molto spesso sembra scegliere la strada di fare affari con le potenti lobby del petrolio, dell'asfalto, del cemento, dell'industria automobilistica (l'ANIASA è aderente a Confindustria). Aumentando il traffico e l'uso dell'automobile aumenteranno poi le tasse sui carburanti in un circolo vizioso senza fine. Nel fare questo i politici e gli amministratori usano spesso l'alibi di operare per soddisfare le richieste dei cittadini, per sostenere i loro stili di vita, come a dire che l'offerta e il tipo di mobilità è determinata dalla domanda dei cittadini che evidentemente preferiscono l'automobile.
Non è certo questa la politica all'altezza delle attuali ineludibili sfide cui l'umanità deve far fronte per la sua stessa sopravvivenza. Gli appelli per diversi modelli di sviluppo e stili di vita da parte degli scienziati che si occupano del clima e dell'ambiente restano purtroppo inascoltati.
In certe zone (forse una sola) della periferia romana assistiamo a insediamenti di mega-distributori di carburanti che sostituiscono, con la complicità di amministrazioni pubbliche, senza chiedere il consenso dei cittadini ivi residenti, aree di verde e alberatura in prossimità di edifici residenziali portandovi i "benefici" delle "isole di calore urbane", inquinamento acustico dovuto ai compressori del metano e gpl, odori di gas disperso, degrado del paesaggio. Assistiamo anche al proliferare di autolavaggi ai piani terra dei condomini. Un esempio di come Roma incentiva il trasporto pubblico? Lo si può vedere in un tratto della via Tiburtina, presso la stazione omonima: le corsie preferenziali per i bus che erano poste al centro della carreggiata sono state sostituite da parcheggi auto raddoppiando, quando va bene, il tempo di percorrenza dei bus pubblici ora ostacolati dal traffico privato. Il sostegno al mondo dell'auto sembra completo così come l'incentivo all'uso e alla proprietà (nessuno lava un'auto noleggiata!).
Quindi ora chiediamoci: chi maggiormente contribuisce a disegnare scenari come quelli prospettati dall'ANIASA (desiderati dell'industria automobilistica e dai noleggiatori) con una maggiore centralità dell'auto nella mobilità e con un ruolo marginale e residuale del trasporto pubblico?
TsA
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Anonimo (mercoledì, 11 maggio 2016 19:47)
Evidente mescolanza di generalità con questioni personali e particolari